Ossimoro

L’ossimoro consiste nell’accostamento in una stessa espressione di termini di significato opposto. È un particolare tipo di antitesi abbreviata e i due termini non sono solitamente legati da congiunzioni.

ESEMPIO IN POESIA

“Trasaliva il bambino invecchiato intirizzito all’ombrello”
( A. Gatto, Infanzia)

ESEMPIO NELLE IMMAGINI:

Anafora

L’anafora è la ripetizione di una o più parole all’inizio di versi di una poesia o all’inizio di frasi successive in prosa. in quest’ultimo caso è detta anafora sintattica. lo schema è xxx…/xxx…

ESEMPIO NELLA POESIA:

i miei carmi son prole
delle foreste
altri delle onde,
altri delle arene
altri del vento Argeste
(G.D’Annunzio, Le stirpi canore)

ESEMPIO NELLE IMMAGINI:

ESEMPIO NELLA PUBBLICITÀ

L’anafora è nell’ultima frase: “Più lo mandi giù, più ti tira su”

Il poliptoto

Il poliptoto consiste nella ripetizione della stessa parola variata nella funzione sintattica o nella forma grammaticale (di un verbo, per esempio, può variare il tempo a cui è coniugato: verrà – viene; nascere – nasce)

ESEMPIO IN POESIA:

Favola fui gran tempo, onde sovente
di me medesimo meco mi vergogno
(F. Petrarca, Canzoniere, I)

La duplicazione

La duplicazione è la ripetizione due volte di seguito della stessa parola o dello stesso gruppo di parole

ESEMPIO NELLA POESIA:

O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna
(G. Pascoli, La cavallina storna)

La figura etimologica

La figura etimologica è l’accostamento di due parole che hanno la stessa radice etimologica (selva – selvaggio; vecchio – vecchiezza)

ESEMPIO NELLA POESIA:

ondeggiavan per l’onde in onde d’oro
(G. Marino, Le chiome sparse sulle onde)

La paranomasia

La paranomasia è l’accostamento di due parole di suono simile, ma di significato diverso (volte – volto; bassa – passa)

ESEMPIO NELLA POESIA:

Scrisse musiche inedite, inaudite
(E. Montale, Xenia I)

L’onomatopea

L’onomatopea consiste nella riproduzione verbale di suoni non verbali, come rumori o versi di animali.
Esistono anche termini onomatopeici, che al loro interno, inglobano l’onomatopea. Alcuni di questi sono: ticchettio, scricchiolio, abbaiare, rombare..

Ci sono due tipi di onomatopea:
– onomatopea realistica o mimetica, che cerca di riprodurre suoni del mondo circostante (splash, bum, slpat…)

– onomatopea espressiva, che evoca stati d’animo, emozioni e sentimenti (gulp, argg, ugh)

ESEMPI NELLA POESIA:

Ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi
(E. Montale, Meriggiare pallido e assorto)

Grazie all’utilizzo di termini onomatopeici, l’autore riesce a fare immaginare ai lettori i rumori che si sentono. Si tratta di un’onomatopea realistica

Ahi! Tanto amò la non amante amata
(T. Tasso, Gerusalemme liberata, II)

Questo è invece un esempio di onomatopea espressiva

ESEMPIO NELLE IMMAGINI:


“Ulp” è un’onomaatopea espressiva, tutte le altre sono onomatopee mimetiche

 

ESEMPIO NELLA PUBBLICITÀ:

L’allitterazione

L’allitterazione consiste nella ripetizione di lettere o sillabe all’interno di due o più parole vicine. Solitamente è inserita nelle parole più significative della poesia

ESEMPIO NELLA POESIA:

Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
(S. Quasimodo, Ed è subito sera, in Acque e terre)

In questo caso, l’allitterazione è legata al significato della poesia, infatti ne mette in risalto le parole fondamentali:

sta solo sul cuor della terra, indica la solitudine esistenziale che l’autore vuole esprimere

sole-subito-sera, indica che l’esistenza conosce un raggio di felicità, ma poi precipita verso la morte

ESEMPIO NELLE IMMAGINI:

 

ESEMPIO NELLA PUBBLICITÀ:

LE FIGURE RETORICHE

Le figure retoriche sono delle operazioni linguistiche utilizzate soprattutto nella poesia, ma sono usate anche nell’arte e nelle pubblicità. Hanno lo scopo di sottolineare alcuni concetti, di creare un ritmo nella poesia e di darle un significato che va oltre a quello delle singole parole; per coglierlo ci deve essere una sorta di complicità tra il poeta e il lettore. Si dividono in tre categorie in base al livello su cui agisono:
– FIGURE RETORICHE DI ORDINE (agiscono sul livello sintattico)
– FIGURE RETORICHE DI SUONO (agiscono sul livello fonico)
– FIGURE RETORICHE DI SIGNIFICATO (agiscono sul livello semantico)
Si possono inoltre dividere in quattro gruppi in base al modo con cui si formano:
– ADDIZIONE
– SOTTRAZIONE
– SPOSTAMENTO
– SOSTITUZIONE